11/10/2022

LUCA IOVINE: “SE I FANS VOGLIONO FAR CRESCERE LE MMA IN ITALIA DEVONO RIEMPIRE I PALAZZETTI QUANDO CI SONO EVENTI COME BELLATOR A MILANO”

“Solo così possiamo convincere le Top promotion ad investire nel nostro Paese. Da parte mia dimostrerò che sono un nuovo tipo di fighter”

4 anni fa Luca Iovine era uno dei più lanciati fighters italiani. A 30 anni aveva già vinto 2 titoli italiani Shooto e 3 titoli italiani ADCC di grappling, aveva debuttato con una vittoria al primo round nell’importante promotion russa ACA ed era stato chiamato a combattere per il titolo Cage Warriors dei Gallo contro il futuro UFC Nathaniel Wood, sfida alla quale si presentava col record di 15-1 con 8 sottomissioni e 3 KO. “Da li però sono entrato in un loop negativo” ci dice l’atleta bergamasco che da un paio di anni fa base all’American Top Team di Roma. “Ha segnarmi in negativo – ci spiega – non è stato tanto l’aver perso quel match ma il come. Mi sono infatti lasciato sorprendere dopo pochi secondi, un mio errore con la guardia, e sono finito KO. Ho reagito malissimo a quella sconfitta che non sono riuscito a metabolizzare. Da li infatti è iniziato un trend negativo per uscire dal quale ho avuto bisogno di un mantal coach. Anche le sconfitte successive infatti sono state essenzialmente colpa mia e più precisamente dalla foga di voler chiudere i match prima del tempo per essere sicuro di vincere e dimostrare quanto valevo. Questo mi ha indotto a commetter errori gravi. Ad esempio ho perso un altro match ai punti in Cage Warriors contro Kris Edwards per aver preso una penalità dopo essermi aggrappato alla gabbia ed ancora in CW contro Mike Ekundayo per squalifica per averlo colpito con una ginocchiata alla testa mentre si rialzava ma non aveva ancora staccato completamente il ginocchio. Ora credo di essermi finalmente lasciato tutto questo alle spalle e a Milano il29 ottobre voglio dimostrare che sono un fighter rinato, anche tecnicamente. Negli ultimi 2 anni a causa della pandemia ho combattuto poco ma in compenso sono maturato molto. In particolare qui ho scoperto l’importanza del wrestling nelle MMA. A Bergamo lavoravo molto nel grappling come dimostrano i miei 3 titoli italiani ADCC e nello striking tanto che per 12 anni sono stato lo sparring di un thai boxer come Alex Avogadro che ha combattuto anche in Bellator Kickboxing. Mi mancava invece la dimensione del wrestling che è importantissima nelle MMA e che non a caso all’estero studiano moltissimo”.

Oggi Iovine ha un record da pro di 17-8 con 13 finalizzazioni ed il 29 ottobre a Bellator Milano se la vedrà con Percy Herrera. “Una chiamata che non mi aspettavo – ci confessa Luca – e per la quale devo ringraziare il mio manager Filippo Leone che ha fatto capire ai match maker della promotion che non dovevano valutare solo il mio score, gle ne sono infinitamente grato. Detto questo avrò davanti un avversario molto ostico e vi spiego il perché: nella nostra categoria (al limite dei 61 kg NDR) siamo due fisicamente fuori media ma per motivi opposti. Io infatti sono alto 1 metro e 63 cm mentre Herrera è addirittura 184 cm. In pratica ha 21 centimetri di vantaggio nella statura rispetto a me. Anni fa ci siamo allenati insieme e io gli arrivo a malapena al petto. Sarebbe quindi un classico avversario da portare a terra se non fosse che quello è il suo terreno preferito essendo una marrone di BJJ e potendo oltretutto contare sul vantaggio fisico di leve lunghissime. In ogni caso non mi lamento, anzi. Non ho mai cercato match facili ed è ovvio che in una promotion come Bellator ogni combattimento è il più difficile della tua carriera”.

Vuoi dire qualcosa a Herrera ed ai fans italiani sul tuo match?

“Ad Herrera nulla perché chi mi conosce sa che non faccio trash talking. Ai fans italiani invece non voglio parlare del mio match ma dire una cosa molto più importante: il 29 ottobre dovete riempire l’Allianz Cloud ma non tanto perché combatto io ma perché se vogliamo far crescere le MMA in Italia dobbiamo dimostrare alle Top Promotion mondiali come Bellator che il pubblico italiano è in grado di riempire i palazzetti”.